Il “Maggio dei Monumenti al Conservatorio di Napoli” si apre con un concerto in ricordo di Alan Curtis dei giovani allievi del Dipartimento di Musica Antica diretto dal maestro Antonio Florio Pubblicato il maggio 10, 2016di marcodelvaglio Foto Max Cerrito Scomparso lo scorso luglio, lo statunitense Alan Curtis (1934-2015) è stato uno dei primi ad approfondire, dalla seconda metà del Novecento, la musica antica ed i molteplici problemi legati alla sua interpretazione. Divenuto ben presto uno dei massimi esperti in materia, ha fondato nel 1979 ad Amsterdam “Il Complesso Barocco” (che nel 1992 ha spostato la sua sede in Italia), tuttora fra gli ensemble più prestigiosi in tale ambito. I rapporti di Alan Curtis con Napoli sono sempre stati molto stretti e la sua ultima presenza risale al 2014, quando partecipò al convegno internazionale su Niccolò Jommelli organizzato dal Conservatorio. A poco meno di un anno dalla dipartita, il San Pietro a Majella ha voluto ricordarlo dedicandogli l’apertura ufficiale della rassegna legata al Maggio dei Monumenti 2016. Il concerto, dal titolo “Claudio Monteverdi: alle origini dell’opera in musica”, preceduto da una breve introduzione di Dinko Fabris, si è tenuto nella Sala Martucci e ha avuto come protagonisti i giovani allievi del Dipartimento di Musica Antica, affidati alla direzione musicale di Antonio Florio ed Enrico Parizzi. Il programma monteverdiano comprendeva un recitativo dal “Ritorno di Ulisse in patria”, datato 1641, il Lamento di Arianna (nella concertazione di Franco Pavan), unico brano dell’ “Arianna” giunto ai nostri giorni e “Il Ballo delle Ingrate”. Gli ultimi due, frutto della collaborazione con il poeta Ottavio Rinuccini, furono eseguiti per la prima volta nel 1608, durante le feste che si tennero in occasione delle nozze di Francesco Gonzaga (figlio di Vincenzo, duca di Mantova) e Margherita di Savoia. Per quanto riguarda gli esecutori, l’Ensemble strumentale del Dipartimento di Musica Antica “Pietà dei Turchini” del Conservatorio di Napoli era formato da Enrico Parizzi, Alberto Costagliola, Giuseppe Grieco, Fernando Marozzi, Marco Nocera (violini), Emma Ascoli (viola), Chiara Mallozzi (violoncello), Carlo Maria Barile e Luigi Trivisano (cembali), Angelo Trancone (organo), Valerio Celentano (tiorba) e si avvaleva della partecipazione straordinaria di Franco Pavan e Pierluigi Ciapparelli (tiorbe) e Rosario di Meglio (viola). La parte vocale era invece affidata, in ordine di apparizione, al tenore Leopoldo Punziano, solista nel recitativo, a Magdalena Szymanska (soprano), Daniela Fontana (mezzosoprano) e Angela Gaetana Giannotti (contralto), soliste nel Lamento di Arianna. A loro si aggiungevano, nell’ultimo brano, Olga Cafiero, Daniela Salvo, Federica Pagliuca (soprani), e Carlo Feola (basso). L’insieme è risultato ben amalgamato e tutti hanno fornito un ottimo contributo alla buona riuscita di un concerto quanto mai interessante. L’unico appunto che va fatto è legato alla sede, la Sala Martucci, apparsa inadeguata a contenere un numero così elevato di spettatori. Per di più, in questi casi, bisogna fare i conti anche con la consueta presenza di pochi, ma notissimi personaggi, che con la loro irrequietezza e maleducazione, finiscono spesso con il rovinare l’atmosfera legata a momenti di così alto livello artistico. In conclusione un’apertura di grande spessore che ha degnamente onorato la memoria di Alan Curtis.
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