"Aci, Galatea e Polifemo" di Han­ del è una cantata drammatica .
An­data in scena al Teatro Carignano di Torino nel giugno 2009,
copro­dotta dal Teatro Regio Torino e dal Teatro San Carlo di Napoli, è un felice esempio di come anche in Italia si possano mettere in
cartel­lone titoli e autori del repertorio barocco. Anche se appartiene alla produzione giovanile di Hiindel, è un momento di alta creatività e contiene alcune arie che sono ca­polavori assoluti come "Fra l'om­bre e gli orrori" di Polifemo, magi­stralmente interpretato dal basso Antonio Abete, e "Qui l'augelda pianta in pianta" di Ac i, interpreta­to, en travesti,dal soprano Ruth Rosique,ammirevole per la grazia con cui dipana le agilità della sua parte. Nel ruolo di Galatea è il mezzo-soprano Sara Mingardo, anche lei superlativa per tecnica, st ile, gusto e fantasia. Il regista Davide Livermore inventa uno spettacolo, partendo da zero (si tratta di una cantata),e riesce a vi­sualizzare affetti e situazioni,con un articolato gioco scenico-gestua­le. I protagonisti sono affiancati da tre mimi-oallerini,che fungono da controfigure teatrali e ne animano i ruoli, movimentando il palcosceni­co. Il culmine è raggiunto poco prima del finale, quando Aci e Galatea in duetto cantano il loro amore e le loro controfigure, due ballerine nude, mimano il loro ulti­ mo amplesso, mentre Poiifemo ac­ cecato dalla gelosia punta sugli amanti la pistola. La parte strumenta le vede impe­gnato l'ensemble La Cappella del­ fa pietà de' Turchini, un comples­ so italiano specializzato nella mu­ sica barocca, che merita un plau­ so per virtuosi mo e intonazione. Anton io Florio lo dirige in una let­tura ricca di sfumature e lirismo. Registrazione live molto pulita.
Giuseppe Gori Savellini
http://file///Users/utente/Desktop/2010-2016/2010/Aci%20DVD.pdf